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giovedì 8 dicembre 2011

La Chiesa è Immacolata: nel senso fiscale, però...

  
  Già il fatto che oggi sia un giorno festivo, è ipso facto una sconfitta per la laicità dello Stato; già il fatto che durante l'estate 2011 si sia parlato di abolire il 1 maggio o il 2 giugno, ma non l'8 dicembre, è una sconfitta per lo Stato laico; con un'aggiunta, che sembra irrilevante ma non lo è assolutamente: l'8 dicembre è la dimostrazione che lo Stato italiano NON è uno Stato cristiano, ma solo un'appendice (spesso servile) del Vaticano (il dogma dell'Immacolata è una peculiarità TUTTA E SOLA CATTOLICA, nel frastagliato mondo del cristianesimo). Dove sono tutti i tromboni che hanno sbrodolato sui 150 anni dell'Unità d'Italia? Lo sanno che Pio IX istituì il dogma che oggi blocca l'Italia per cercare di difendere fino alla fine il potere temporale? Da secoli si dibatteva sulla questione, con scontri acerrimi fra domenicani, francescani et alii. Poi arriva il 1854, e guarda caso proprio in quel momento si formalizza il dogma (e guarda caso 4 anni dopo arriva Bernardette a Lourdes, e guarda caso dopo solo 4 anni il Vaticano approva, con una tepestività clamorosa: e la Madonna come si sarebbe qualificata alla pastorella? "Immacolata", guarda caso: prima Madonna a presentarsi con questo appellativo nella plurisecolare storia delle apparizioni mariane...).

  Non è un bell'8 dicembre, però, per la Chiesa, perchè mai come per questa Immacolata l'opinione pubblica è stata così compatta - di fronte alle lacrime, non madonnare, imposte da Monti - nel chiedere, nel pretendere che sia anche la Chiesa a fare un piccolo sforzo, mettendo mano al portafoglio. Ha già perso la possibilità di fare una bella figura proponendosi lei stessa: avrebbe perso qualche danaro, ma avrebbe guadagnato consensi e simpatie (non dall'eretico, ma da altri sì di certo). Invece niente: a sfacciata dimostrazione che chi è abituato dal servilismo della politica a sentirsi protetto, è certo della sua impunità.
Secondo l'Anci (l'associazione dei Comuni, non degli atei impenitenti), il mancato introito della tassazione degli immobili ecclesiastici (non adibiti al culto, ma a tutt'altro!) arriverebbe a toccare un minimo di 600 milioni di euro, fino forse a quota 800milioni con le revisioni catastali montiane. Secondo gli esperti, ci sarebbero almeno 30mila edifici da tassare, ma intoccabili.
 Siamo arrivati al paradosso - possibile solo nell'Italietta vaticana -  che un Primo Ministro annunci lodevolmente di amputarsi il proprio stipendio di Premier, ma non osi fare pagare neanche le briciole al Vaticano...
Il Segretario di Stato Tarcisio Bertone è un salesiano, ma deve avere appreso molto bene la discrezione gesuitica: prima di tutto - quando si è con le spalle al muro - guadagnare tempo, tanto poi la tempesta finisce, rientra negli argini.
L'Ici per il Vaticano? "Un problema da studiare e da approfondire; però la Chiesa fa la sua parte, soprattutto a favore delle fasce più deboli della popolazione".
Quello che fa la Chiesa per i poveri (moltissimo, forse meno di quanto potrebbe se impegnasse tutte quante le sue potenzialità), però, è già direttamente finanziato sempre dai cittadini, attraverso il tremontiano meccanismo dell'8 per mille (da cui la Chiesa cattolica guadagna sempre, come ormai è ampiamente documentato, grazie ad un cervellotico meccanismo pro domo sua: anche se il contribuente non la indica come beneficiaria). E i soldi alle scuole private (cattoliche), da dove arrivano, dall'Empireo? E i docenti di religione delle pubbliche, scelti dai Vescovi e pagati dai cittadini? Finiamola qui, per piacere...

 Per chi ci crede, la Madonna è stata concepita senza peccato originale, quindi è Immacolata; la sua Chiesa, però, un pochino maculata sembra essere...

Ps Gira una voce incontrollabile, in città: l'Arcivescovo Antonio Buoncristiani starebbe seriamente pensando ad un clamoroso gesto di filantropia cattolica in vista dell'imminente Natale di crisi. Pagare le tasse, beh, quello è prematuro: si attendono le direttive della Cei, al riguardo. Pare invece che il successore apostolico sia disposto, visto il momento sacrificale, ad andare ad una cena fuori e a pagare il conto! La voce - pur riferita da molte fonti -  non ha trovato per il momento alcuna autorevole conferma...

8 commenti:

  1. Caro amico, non è perchè ti scagli contro la casta che tutto quello che dici sia condivisibile perchè tanto per fare un esempio:
    l'esenzione dall'ICI non è a beneficio della Chiesa Cattolica in quanto proprietaria immobiliare, ma a beneficio di tutti i luoghi di culto, cattolici e non. Per cui non si tratta di un privilegio discriminatorio verso le altre confessioni.
    Se poi un ente ecclesiastico possiede negozi, appartamenti, terreni ecc. paga l'ICI per essi come qualsiasi altra persona fisica o giuridica.
    Se non è chiaro per te e gli anti cattolici che da 4 anni insistono con questo ritornello vuol dire che te lo spiegherò a voce!

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  2. alziamo la voce tutti insieme e chiediamo:
    anche la chiesa paghi l'ici sugli immobili non adibiti a luogo di culto!

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  3. Va bene che non paghino l'ICI sui luoghi di culto, ma per il resto devono pagare l'ICI come tutti i comuni mortali. Gli appartamenti dei prelati sono pari pari come le abitazioni dei pensionati e dei lavoratori a 1.000 € al mese che si fanno il mazzo per andare avanti.
    Alla Chiesa già viene destinata una parte dell'8 per mille!!!

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  4. a marcello che ha scritto il post delle 13.19 del 08 dicembre 2011, lo inviterei a leggere:
    http://www.corriere.it/economia/11_dicembre_08/edifici_f5480c40-2176-11e1-97f3-fb4c853f7d5d.shtml
    oppure:
    http://qn.quotidiano.net/cronaca/2011/12/08/633899-casini_chiesa_paghi_commerciale.shtml

    quindi, dopo essersi informato correttamente, lo inviterei a non minacciare inutili spiegazioni verbali!
    potrebbe invece spiegarci, come sia possibile che ci siano persone, che pontificano sulla moralità degli altri, ma che poi non si comportano in modo cristallino?

    pane e vino

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  5. da cattolico praticante (ma non genuflesso a prescindere !) credo fermamente che l'intera vicenda sia viziata da due caratteristiche tutte italiane : la prima è l'ipocrisia che regna nei rapporti tra la politica (quasi tutta) ed il potere ecclesiastico, la seconda è la disinformazione che viene propinata allo spesso superficiale "italiano medio".
    finchè non supereremo questi due ostacoli, cioè MAI, non sarà trovata la giusta soluzione.......
    come ha sottolineato giustamente l'eretico la Repubblica Italiana è (sarebbe) STATO LAICO, invece spesso i nostri politici-baciapile-solo per opportunismo si comportano cone se fosse uno Stato Confessionale.
    ma questo sua una marea di temi, non solo l'ICI ma pensiamo alla fecondazione assistita, al testamento biologico, alle coppie di fatto, alle unioni gay, ecc.
    E' l'ora di fare chiarezza, prima di tutto dal punto di vista dell'informazione (CREDIAMO INFATTI DI ESSERE INFORMATISSIMI, MA IN REALTA' IL CITTADINO CHE NON VOGLIA DA SOLO APPROFONDIRE I TEMI E' MOLTO SPESSO "ABBINDOLATO".....basti pensare alla stampa della nostra città e correttamente segnalato su queste colonne, oppure vi invito ad ascoltare ogni mattina la rassegna stampa in onda su radio radicale...), e poi nei rapporti tra il nostro ordinamento e la Chiesa.
    scusate la lunghezza ma il tema è molto ostico, si farebbe buio !

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  6. Caro marcello, é meglio se a voce certe cose non le spieghi, rischieresti una figuretta.

    In nome del Popolo Italiano, Corte di cassazione, sentenza 8 marzo 2004 n. 4645
    http://www.professionisti24.ilsole24ore.com/art/AreaProfessionisti/Fisco/Dossier/ICI%202006/documentazione/Sent_4645_2004.pdf

    Una norma approvata nel 2005, dal governo B. prevede invece l'esenzione per gli immobili " NON ESCLUSIVAMENTE COMMERCIALI", che ha permesso alla Chiesa di usufruire dell’esenzione anche per strutture turistiche, alberghi, ospedali, centri vacanze, negozi, etc.: è sufficiente la presenza di una cappella all’interno della struttura.

    Inoltre abbiamo anche l'articolo 149 del "testo unico delle imposte sui redditi", che “conferisce a vita la qualifica di enti non commerciali a quelli ecclesiastici”, garantendo loro un regime fiscale particolare e favorevole.
    http://www.consulenzavargas.com/LinkClick.aspx?fileticket=9NQaayXHdXw%3D&tabid=480&mid=1544&language=de-DE

    Infine lo sconto del 50% dell’IRES concesso agli enti ecclesiastici che operano nella sanità e nell’istruzione. Che rischia di risultare incompatibile con la legislazione europea sulla concorrenza. Procedura aperta ad Ottobre 2010, dal Commissario alla concorrenza Joaquin Almunia .
    http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-10-12/verifica-sconti-fiscali-chiesa-085558.shtml?uuid=AYF8SBZC

    Forse invece, sarebbe veramente l'ora di spiegare a te e ad altri, le cose a forza di dolci carezze.

    Marco Fattorini

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  7. Vorrei sommessamente fare notare come financo Denis Verdini (Denis Verdini, proprio lui!!) si sia schierato a favore del pagamento dell'Ici da parte delle istituzioni ecclesiastiche...
    L'eretico

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  8. per onestà, va detto, che sul territorio nazionale ci sono circa 5500 circoli ARCI, oltre ai partiti, ai sindacati, alle associazioni culturali e pseudo tali che per lo stesso principio sono esentati dal pagamento dell'Ici. sarebbe il caso, che contribuissero tutti !

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