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sabato 3 marzo 2012

Le donne di Marchese Morello: croce e delizia...

   Questa settimana il focus ereticale sulla Sanità è giocoforza incentrato sulle Scotte, ed in particolare sul Direttore generale Paolo Marchese Morello, il monaciano fra i monaciani.
 Ancora non ci si è ripresi dalle dimissioni della Direttrice sanitaria Flori Degrassi (con lo scoopone del Corrsiena anticipato di una settimana dall'eretico...), che il caso Morello deflagra, più forte che pria. Ecco quindi arrivare l'intervistona salvifica di una penna che mai oserebbe criticare il suo operato, Gaia Tancredi (Corrsiena del 29 febbraio), con il Direttore generale delle Scotte che ci rassicura tutti:
 "Non ho alcuna intenzione di mollare".

  L'uomo Morello, in effetti, è circondato da donne, per quanto concerne il suo operato. Oltre al fatto che l'Assessore alla Sanità della Regione è femmina (Daniela Scaramuccia), il gentil sesso offre al Dg soddisfazioni e dolori, croci e delizie.
La Degrassi, appena dimessasi, è indubbiamente una croce, per Morello; così come pure -  pare -  l'Assessore comunale Ferretti, durissima nei suoi (di Morello) confronti (evidentemente con l'avallo politico di Franchino il Ceccuzzi, prima del calo di zuccheri); anche Laura Vigni ha avuto modo di criticare duramente l'operato morelliano (morellino? Mah, si rischiano incomprensioni enologiche...).
Meno male che la galassia femminile non si esaurisce con queste tre, e ci sono altre figure femminili che hanno nei confronti del Morello atteggiamenti certo più benevoli.
Abbiamo prima scritto di Gaia Tancredi del Corriere di Siena, sempre pronta a sostenere le sorti magnifiche e progressive della gestione morelliana delle Scotte; fra le altre, poi, c'è il curioso caso della dottoressa Anna Gioia in Monaci (Alberto), la quale - secondo il resoconto di Laura Valdesi della Nazione del 28 febbraio - avrebbe espresso il seguente - quasi inquietante - ragionamento:
"Ho chiesto di mettere tutto a verbale: se continuano gli attacchi, condotti da persone che li fanno strumentalmente perchè non si accontentano di quello che hanno ottenuto - sbotta Anna Gioia -  mi rivolgerò alla stampa E POI AL MAGISTRATO.
VOGLIO SAPERE COME SONO ARRIVATE PROMOZIONI E PRIMARIATI. Entrai nel '78 come fisioterapista e sono rimasta in tale ruolo continuando a lavorare al letto del malato, senza fare carriera."

  Proprio come nel caso del rapporto d'amore fra l'ex Direttore dell'Asl 7, dottoressa Benedetto, ed il neomarito Enrico Rossi (ex Assessore alla Sanità della Regione Toscana), il problema di queste coppie di peso all'interno della Sanità senese è - come nei film anni sessanta di Michelangelo Antonioni - soprattutto uno: l'incomunicabilità fra i coniugi. Vi ricordate i film tipo Deserto rosso?
Il marito (Rossi) non sa niente di niente dell'operato della moglie all'Asl 7; la moglie (Anna Gioia) ignora del tutto che il consorte, ogni tanto, si interessi di Sanità locale.
Che bruttissima bestia, l'incomunicabilità di coppia...

Ps All'eretico risulta che - almeno a livello di Asl 7 - qualche movimento della Magistratura già sia in atto: forse prima o poi il problema della suddetta incomunicabilità potrebbe essere obtorto collo affrontato...

2 commenti:

  1. Quella dichiarazione della Gioia è fantastica! Andrebbe analizzata con cura, parola per parola, sfumatura per sfumatura...

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  2. Ma lo sa la sig.ra Gioia che per fare carriera non basta essere moglie di..... o figlio/a di ....., ma ci vuole una certa preparazione, occorrono requisiti e competenze e occorre fare regolari concorsi? Tutte cose che non mi risulterebbero ascrivibili alla sig. Gioia.
    Andate a vedere le nomine e le promozioni fatte da questo Morello (che dicono molto vicino a Monaci e famiglia); forse potrete capire che a volte è meglio stare dietro alle quinte, agire per favorire altre persone che poi avranno con te un debito da far valere in certe occasioni(ad esempio mi vengono in mente le elezioni al Comune di Siena).
    Fantasia? Ma fate voi

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