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mercoledì 13 febbraio 2013

Il mercoledì scolastico: il ruolo del Preside


   Lo so, lo so: l'inchiesta su Mps continua ad espandersi a macchia d'olio (adesso si aggiunge il filone Acetello, di cui scriveremo), e bisognerebbe scrivere un paio di pezzi al giorno per aggiornare i lettori.
Le buone abitudini, però, bisogna cercare di mantenerle, almeno fin quando possibile; giusto quindi ritornare al "mercoledì scolastico", questa settimana.

 Lo facciamo parlando della figura apicale che ogni scuola (ormai, raggruppamento di scuole) si trova ad avere: il Dirigente scolastico, il vecchio Preside di una volta.
Fra i tanti aspetti su cui ci si potrebbe soffermare, ne vorrei rimarcare uno in particolare, del tutto generale: la tendenza è quella, per loro, di diventare sempre più manager, e sempre meno vicino al ruolo che, fino a qualche anno fa, rivestivano all'interrno degli edifici scolastici. Credo invece che sarebbe bene che i Presidi del nuovo (non più nuovissimo) millennio, tornassero a svolgere un ruolo quantomeno non troppo dissimile da quello svolto in passato, ritornando ad essere più presenti in classe, per esempio.

 Parto dall'esperienza concreta di stamattina; una classe con svariati ragazzi pieni di insufficienze e problematiche varie, ha visto la visita del Preside. Circa un quarto d'ora di discorso incentrato sui diritti e sui doveri dei futuri cittadini, oggi dodicenni. Nonchè sull'importanza del percorso scolastico sul loro futuro lavorativo. Proprio oggi, leggendo l'imperdibile intervista rilasciata da Antonio Degortes su Repubblica Firenze, il tema del tipo di scuola frequentata è ritornato di straordinaria, perdurante attualità...
Torniamo però al momento della visita.
 Come ai vecchi tempi, durante la presenza presidenziale, non è volata una mosca, perfino la tosse è passata, gli starnuti evidentemente sono stati abortiti sul nascere; come ai vecchi tempi, gli sguardi dei ragazzi erano come semipietrificati, al suo cospetto, ed anche i più spavaldi avevano riposto la loro abituale guasconeria; come ai vecchi tempi, l'eco di quei 15 minuti si farà sentire - almeno lo speriamo! - nel prosieguo dell'anno (siamo ormai al secondo quadrimestre), magari anche degli anni a venire.

  C'è bisogno di questi interventi, nelle aule scolastiche: non dico come l'aria, ma quasi.
La figura istituzionale si riprenda il suo ruolo nel contatto face to face con i ragazzi: sarà un balsamo (agrodolce) per loro, e non solo per loro.

17 commenti:

  1. Mi piace anche il nome, Preside, e non amo il Dirigente. Adorerei il Preside che avesse il carisma di cui parli, e l'amore per la scuola, il che includerebbe anche partaccioni a insegnanti imprecisi e furbetti e glaciali prese di distanza con genitori invadenti ed incapaci.

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    1. E' un grande piacere sentire parlare la Prof. Corrias, nella mia esperienza di genitore di 2 figli, senza dubbio la più brava e motivata insegnante che io abbia mai conosciuto. Condivido pienamente quanto da Lei espresso. Purtroppo la percentuale di incapaci, imbecilli, ladri etc etc si ripete in ogni categoria sociale, ivi compresi i presidi e i professori. Invece credo che per alcune categorie di alta rilevanza sociale come i presidi ed i professori dovremmo cercare di tenere queste percentuali un po' più basse visto che in mano hanno il futuro dei nostri figli e della società!!! Purtroppo tutti loro, detentori di posto fisso superinamovibile, sono solo capaci di mettersi su un piedistallo (non meritato) e "ricattare" noi disgraziati genitori (anche tra noi le suddette percentuali purtroppo si ripetono in maniera monotona) che non possono fare altro che chinare la testa e non provare neppure lontanamente a protestare per ingiustizie vere o presunte. Unica possibilità cambio scuola o classe!!! Ecco che in questi casi il Preside potrebbe essere una figura chiave in grado di mediare le varie problematiche che di volta in volta vengono a galla.
      Avete fiducia???

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    2. Grazie per Lei, Anonimo, e per la considerazione che mi ha dimostrata. Di questi tempi, mi creda, essa è una panacea. Non solo metaforica.

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  2. completamente d'accordo, tanto per cambiare. ai miei tempi, e non sono un anziano nè un tuo coetaneo, quando arrivava il Preside in classe non volava una mosca, e finire a rapporto nel suo ufficio era una punizione di cui vergognarsi, altro che ora dove è un vanto essere più in "visita" al Capo d'Istituto che presenti in classe. purtroppo, però, il problema è a monte e riguarda l'educazione impartita in famiglia prima, e in classe poi. saluti.

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  3. Il figlio di Aceto da Capo della Capannina la discoteca di Castiglion della Pescaia a Capoccia del Monte, che classe dirigente selezionata bene!!!!Infatti si vedono i risultati, lui avrà di certo solo il diploma non certo la Laurea almeno in Economia!!!!!!

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  4. Della tua testimonianza di oggi mi fa piacere leggere che i ragazzi hanno ancora un po' di timore reverenziale nei confronti della figura del Preside (per me si chiama così). Ancora negli anni '90 ci si alzava sempre quando entrava in classe (lo si faceva anche quando entravano altri insegnanti se non ricordo male). Non deve essere facile insegnare oggi e fare i conti con il menefreghismo di tanti ragazzi, la sempre più scarsa educazione, i cellulari in classe e tanto altro ancora. Da questo punto di vista non invidio chi fa l'insegnante oggi giorno

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    1. Gentile Anonimo, le vorrei rispondere per contestarle la Sua ultima affermazione, non certo tutta la Sua premessa, né l'argomentazione.
      Attraversiamo momenti difficili, molto difficili: è sempre in agguato la crisi esistenziale, la depressione se non addirittura la querela da parte di genitori del tutto sprovveduti. Se si crede, tuttavia, a ciò che facciamo, Raffaele e, modestamente, anche io, e tanti altri insegnanti, questo ve lo garantisco: crescere i vostri figli, e vedere nei loro occhi il brillìo della comprensione - i credenti, tra i quali mi metto anche io - è la prova dell'esistenza di Dio, e ciò non ha pari soddisfazione.
      Ciò non si paga, naturalmente: ma per far emergere quel brillìo, anche noi avremo dovuto studiare ed aggiornarci, ed approfondire.
      Libri, cinema, corsi: siamo insegnanti, donne ed uomini, non monaci, anche se considero la mia professione una missione.
      Se volete una scuola migliore, insomma, occorre investire danaro e ritornare ad un rispetto, un rispetto esigente, nei confronti del lavoro di chi forma i vostri figli, con immenso amore. A scapito, spesso, dell'amore per sé stessi, per noi stessi, insomma.

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    2. Cara Prof. Corrias, leggo solo oggi la sua analisi e da essa capisco che le lodi da parte del genitore dei suoi ex alunni hanno un perchè. Credo però che abbia travisato la mia ultima affermazione (o forse non ho compreso io appieno il suo post). Io volevo solo sottolineare come questa società renda il compito (o meglio la "missione") dell'insegnante ancora più difficile. Sono sicuro che essere insegnanti al giorno d'oggi e farlo con dedizione, impegno e tenacia, riuscendo di tanto in tanto a scorgere quel brillìo negli occhi degli studenti, regali soddisfazioni che la mia modesta occupazione di impiegato mai mi daranno. Se però facessi l'insegnante e potessi fare un salto nel tempo, allora forse sceglierei di tornare negli anni '80, un'epoca in cui i ragazzi portavano più rispetto, si impegnavano e non erano ancora stati contaminati dal web, dagli smartphone e dalla cafonaggine cinica e menefreghista alla "Soliti Idioti". Ma magari scoprirei che in quegli anni la vita per la votra categoria era perfino più ardua di oggi....

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  5. Al liceo negli anni sessanta avevo un Preside che precedentemete aveva fatto il direttore di un riformatorio e ne aveva conservato i metodi.

    Però era un brav'uomo e trattava tutti alla pari, cosentendoci, pensa, anche di fumare durante l'intervallo.

    Certo allora la scuola superiore era riservata ad una ristretta elite ed vi imperava ancora l'autoritarismo e la disciplina militaresca di matrice fascista, ma non tutto era da buttare........... poi venne il '68!!

    P.S. - Un aggirnamento su MPS : stamani i magistrati senesi hanno arrestato Baldasarri !! Verrebbe da dire : FINALMENTE !!!!!!!

    Ora speriamo che tocchi al resto della banda !!

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  6. Il mio preside è stato Plinio Tammaro che non solo era vicino a noi ragazzi, forse a volte in modo molto gagliardo, ma nel contempo era un'autorità da ascoltare e di rado da "temere" ... dopo ne sono arrivati altri due ... ma non ricordo neanche più i loro volti! Eravamo piuttosto liberi ma LUI c'era!!! quando usciva dal suo studio si diventava degli angioletti e i suoi rimproveri me li sono portati nel cuore e sono sempre presenti quando vedo un ragazzino/a fare il cretinetto inutilmente... Era un'autorità "adulta" e si faceva sentire e ha saputo insegnare:!

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  7. Ben detto Eretico: meno manager, più nelle classi a contatto con i ragazzi!!!

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  8. Non c'entra con la scuola, ma i quotidiani di oggi riportano di una serie di arresti: Baldassarri, il Presidente Cellino il sindaco e un assessore di Quartu S. Elena, Rizzoli. Si può cominciare a sperare che sia iniziata una nuova era?

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    1. Più che iniziata una nuova era, mi sembra mai smessa la vecchia: quella dei ladroni di Tangentopoli, che ieri nascondevano i contanti nei pouf, mentre oggi fanno i bonifici alle isole Vergini. E poi uno vota Grillo... O chissà perché...

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    2. Hai ragione, hanno continuato e continuano a rubare, dappertutto, ma è anche vero che finora in galera non c'era mai andato nessuno. Con questo non voglio dire di aver risolto il problema, forse non sarà neanche possibile, ma un piccolo passo avanti mi pare sia stato fatto. Come si dice, Roma non è stata fatta in un giorno, siamo positivi

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  9. Bravo questo Preside, mi piace e mi piacerebbe ancora di più se tra un mese e mezzo circa ritornasse in questa classe di plurinsufficienti a monitorare la situazione; non so se è educativo ma un po' di sano fiato sul collo non ha mai ucciso nessuno. E bellissimo sarebbe se in quest'occasione facesse i complimenti per i bei risultati a chi oggi ha avuto tirate di orecchie per le gravi lacune in questa o in quella disciplina. Un successo non solo per l'allievo ed il suo insegnante ma anche per tutti noi.

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  10. Vorrei che qualcuno, magari proprio tu Eretico, mi aiutasse a ricordare! Un Degortes figlio, non è forse quello che in un passato non proprio così remoto, "Silvio Imperante", stava costruendo a Siena I Circoli della Libertà, Brambilla style o giù di lì? Una bella propaganda iniziale, magari qualche inaugurazione, happy hour et similia in città......e poi? Improvvisamente il silenzio, più niente, desaparecido per un pochetto per riapparire in tutto il suo splendore tosco-sardo a niente po' po' di meno che Presidente vel Direttore Generale vel Amministratore Delegato (di certo comunque non usciere, con tutto il rispetto) di MPS LEASING, immagino con un compenso a vari zeri. E chi ce l'ha messo? Io penso male e so di fare peccato ma penso di sapere chi è stato l'artefice di cotanta nomina. E pensare che ci sono un sacco di ragazzi laureati in Economia che sarebbero contenti di fare gli uscieri nelle banche! Sed, ubi maior........

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  11. E' questione di credibilità e autorevolezza. Entrambe dovrebbero appartenere a tutti gli operatori scolastici. Un insegnante con queste caratteristiche non ha bisogno dell'intervento di nessuno all'interno della sua classe. Credo.

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