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martedì 21 agosto 2012

Praga, 21 agosto 1968

 
   44 anni or sono, le truppe che erano entrate nel 1945 a liberare Praga dall'oppressione nazista, entrarono, con ben altri intenti, nella Capitale dell'allora Cecoslovacchia. I liberatori di ieri, che diventano gli oppressori dell'oggi, in quella fine d'estate del 1968. I carri armati nella Piazza San Venceslao, ancora una volta. Ma senza alcun tripudio. Il laboratorio del cosiddetto "socialismo dal volto umano" propugnato da Dubcek, in frantumi.
I praghesi fecero quel che poterono, per fermare il mezzo milione di soldati dell'URSS e del Patto di Varsavia: fra i cechi, si contarono 90 morti, 300 feriti gravi, 500 meno gravi. Per cercare di disorientare i tank sovietici, i cechi iniziarono a distruggere la cartellonistica, o la alterarono, attuando un gandhiano sabotaggio segnaletico che servì alla causa, ma non potè certo essere decisivo.

  Guardando al contesto di quell'anno, Breznev - leader sovietico - scelse dal suo punto di vista una via obbligata: c'era il precedente di Berlino Est e quello dell'Ungheria, e la paura dell'effetto domino, dopo la defezione dal blocco sovietico della Jugoslavia nel 1948 e con una Romania riottosa, era davvero troppo grave. Il Tribunale della Giustizia deve condannare Breznev senza requie, quello della Realpolitik no di certo. E c'era forse qualcuno, nel mondo, che poteva scagliare, in quel 1968, la prima pietra? Non certo gli States di L. Johnson, che avevano portato all'escalation, proprio nel biennio 1967-1968, la sporchissima guerra in Vietnam (della quale ancora, a causa del napalm e dei diserbanti, si sentono gli effetti!); forse qualcuno in Europa, dove in quel momento la Francia di De Gaulle si batteva, con gaullista determinazione, contro l'ingresso della Gran Bretagna nel Mercato unico europeo e si dotava della force de frappe, in nome di una Europa "carolingia" in cui la Francia doveva avere l'atomica in tutti i modi? Forse qualcuno poteva scagliare la prima pietra in Cina, allora peraltro al culmine della tensione con il potere brezneviano?

 A Praga, durante l'occupazione, ci fu chi ebbe il coraggio - lucidamente folle - di morire per un ideale di libertà e di giustizia. I giovani non lo conoscono: si chiamava Jan Palach, oggi avrebbe 64 anni; nel 1969, quel 16 gennaio 1969, di anni invece ne aveva solo 21. In Piazza Venceslao - la Piazza più strana del mondo, tutta in discesa come è - si diede fuoco, per risvegliare le coscienze dei suoi concittadini ed infondere loro vibrante sdegno per ciò che subivano. Morì tre giorni dopo.
Nel Museo del Comunismo di Praga, che ho avuto modo di visitare lo scorso aprile, c'è ovviamente un pannello a Palach dedicato. Fra le altre cose, si ricorda come la famiglia abbia fatto affiggere un manifesto funebre con la citazione del riformatore quattrocentesco Jah Hus (arso vivo come eretico nel 1415):
"Difendi la verità fino alla morte, perchè la verità ti renderà libero".
Oggi, c'è chi si suicida, con le stesse modalità di Palach, per il dramma del lavoro che non c'è. Una tragedia assoluta, che resta però nella dimensione personale, familiare, pur segno dei tempi.
 Jan Palach (ed il suo grande amico nonchè emulo Jan Zajic) si immolarono per un ideale collettivo. Il popolo praghese non ha dimenticato questo gesto, nonostante il quasi mezzo secolo di distanza cronologica.
Spiegatelo, ai vostri figli, chi era Jan Palach...

15 commenti:

  1. Jan Palach decise di non bruciare i suoi appunti e i suoi articoli (che rappresentavano i suoi pensieri e i suoi ideali), che tenne in un sacco a tracolla molto distante dalle fiamme. Tra le dichiarazioni trovate nei suoi quaderni, spicca questa:

    « Poiché i nostri popoli sono sull'orlo della disperazione e della rassegnazione, abbiamo deciso di esprimere la nostra protesta e di scuotere la coscienza del popolo. Il nostro gruppo è costituito da volontari, pronti a bruciarsi per la nostra causa. Poiché ho avuto l'onore di estrarre il numero 1, è mio diritto scrivere la prima lettera ed essere la prima torcia umana. Noi esigiamo l'abolizione della censura e la proibizione di Zpravy[3]. Se le nostre richieste non saranno esaudite entro cinque giorni, il 21 gennaio 1969, e se il nostro popolo non darà un sostegno sufficiente a quelle richieste, con uno sciopero generale e illimitato, una nuova torcia s'infiammerà »

    E ancora da Wikipedia : Oggi, molte associazioni studentesche, anche di sinistra, lo ricordano come una persona morta in nome dei suoi ideali, e non sono pochi i circoli di giovani dedicati a Jan Palach.

    Dunque, "(...)molte associazioni ANCHE DI SINISTRA..". ecco, questo mi fa riflettere non poco. Mi par di capire che nel '68 essere di sinistra ( evidentemente anche oggi come ci dice wikipedia) non significava essere portatori di istanze di libertà di pensiero e di espressione. Tant'è che molte associazioni studentesche "anche di sinistra" ricordano il povero Palach, quasi come fosse un'eccezione : vabbè...siamo di sinistra ma 'sto po'raccio anche se era contro la sinistra si è dato fuoco per la libertà, dunque noi lo tolleriamo. E ancora, tutte quelle "piccole russie" che si riunivano anche qui da noi nelle campagne senesi, magari esercitando il diritto (diritto?) all'esproprio proletario di ville e poderi che appartenevano al "padrone" - mia nonna fu pur troppo espropriata della sua bellissima villa nel chianti ad opera del maggiore dei suoi figli travolto dall'esaltazione collettiva del post 68 insieme a un gruppo di ex operai e operaie agricole che lavoravano nell' azienda della nostra famiglia - di quali valori si facevano portavoce? Io non l'ho capito. Il po'ro Palach, che mi sembra di capire di sinistra non era, si è dato fuoco in nome della libertà. Una libertà che evidentemente non veniva concessa dai governi sinistrorsi. E mi viene in mente che anche il nonno di Franchino il Ceccuzzi (come spiega tutto orgoglioso il nipote) era un frequentatore di "piccole russie", tant'è che il giovane Franchino iniziò a formare la sua opinione politica proprio grazie al nonno Eduino. Dunque ora mi spiego la censura, la mancanza di libertà di pensiero e di opinione che c'è stata in questa città durante il suo odioso governo.

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  2. http://www.youtube.com/watch?v=9X-LWT2U63U

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  3. Mmm, non mi viene in mente nessun Jan Palach senese...

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  4. Buongiorno eretico, ho letto un momento fa su Fratello Illuminato della possibile candidatura a sindaco di Marroni. Come vedi al peggio un c'è mai fine!!...

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  5. Grande Professore, veramente una bella lezione di Storia e ancor di più di sociologia. Morire per un ideale per qualcosa in cui si crede, per " andare oltre ", per rendere imperituro nel tempo quello che la violenza vorrebbe cancellare in un attimo. I molti che hanno avuto questo coraggio sono i veri eroi le vere persone da cui imparare e, come ha detto giustamente lei, le vere storie da raccontare ai nostri figli.
    E' importante che i nostri giovani sappiano che esistono e sono esistiti tanti eroi, dai nomi e dalle storie spesso sconosciute, che hanno sacrificato la loro vita anche per noi, per garanitirci la libertà che il "mercato" ed alcuni politici,oggi mettono in discussione.
    E' importante ricordare, e questo forse non tanto ai giovani ma alla nostra generazione, che la ricchezza più grande al mondo è la libertà, che è figlia della cultura, che qualche politico vede oggi come un mero costo.
    E' importante ricordare ai giovani che la loro esperienza scolastica non deve essere finalizzata al raggiungimento di un diploma o di una laurea utile a trovare un posto di lavoro possibilmente ben remunerato ( certo anche questo ha la sua importanza ), ma la scuola, o meglio il loro studio, deve essere finalizzato a far si che si creino una loro coscienza una loro capacità di pensare e agire liberamente, base indispensabile per creare le condizioni di vita libere e democratiche, affinchè nessuno più debba darsi fuoco in una piazza per la libertà, come è successo a Praga nel 1968 e come è successo non meno di due anni fà in tunisia.
    Io ho molta fiducia nei giovani, e come generazione di oramai cinquantenne mi sento in colpa nei loro confronti per non essere riuscito a dare loro una società migliore di quella che a me i miei genitori mi hanno lasciato.
    Scendendo ad un livello urbano, nella città che ha visto morire una Santo perche nella piazza del Campo proclamava il proprio credo, che vuole essere capitale della cultura europea, si sospetta invece l'esistenza di taluni soggetti che in nome dell'interesse pubblico hanno fatto il proprio o quello di pochi eletti e dove i roghi potrebbero essere serviti a cancellare le prove e non a rendere immortale un ideale. Questo ci deve far riflettere su quanta strada abbiamo ancora da fare e quante cose voi giovani avrete la possibilità di cambiare se riuscirete a pensare con la vostra testa e con il vostro cuore.
    Francesco

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  6. Sui giovani ti devo un poco contraddire. C'è anche chi Palach tutt'oggi lo conosce, lo ammira, lo ricorda come esempio estremo di passione, libertà e sacrificio. C'è chi lo vorrebbe, insieme ad altri, "martire d'Europa", e c'è invece un gruppo di burocrati spaventato da quella tensione ideale...

    Francesco Aldo Tucci

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  7. Caro Eretico,

    Vediamo se questo post mi viene mi verrà pubblicato. Non voglio nemmeno pensare che il precedente sulla questione dell art 18 sia stato censurato.

    Non mi piace che uno storico faccia questioni di morale. Lo può fare un politico ma non uno storico. Può essere Bush Jr che in visita nei paesi dell est disse che gli USA sbagliarono a tacere (bellissima la trasmissione di 8 e mezzo di Giuliano Ferrara sull'argomento con Giulietto Chiesa), lo può fare Napolitano che all'epoca si schierò a favore e da presidente della repubblica dovette andare lassù parlando di "un giovane che all'epoca non comprese che il vero spirito rivoluzionario era con i praghesi".

    Ma uno storico deve fare un ragionamento diverso. Tutto passa da Ialta, come oggi il passa da Malta. Anzi forse anche il mondo uscito dagli equilibri di Malta rischia di non essere più up to date rispetto al mondo post 11 settembre (la pearl harbor del XXIesimo secolo).

    il mondo era diviso in zone di influenza, politiche, culturali, militari. Quelle che oggi chiameremmo con un parolone "geostrategiche". Tutti i soggetti che tu elenchi non POTERONO mettere bocca nella primavera di Praga, in quanto ciò che accadeva era fuori della loro sfera di influenza.
    Il prezzo di un intervento (palese, non sappiamo poi quali siano stati quelli occulti) sarebbe stata la guerra, ne più ne meno.

    I blocchi non potevano farsi la guerra fra di loro direttamente, saremmo immediatamente sfociati nella uso dell arma atomica (ricordiamoci la crisi dei missili di CUBA) e per questo si facevano la guerra per procura, a volte con soggetti terzi (guerre arabo israeliane, iran-iraq) a volte impegnate in modo diretto (vietnam e afganistan).
    Tanto è vero che MAO coniò la famosa frase "l'occidente è una tigre di carta" criticando la volontà dei paesi industriali di non fare ricorso alla bomba atomica.

    Ha senso in un contesto di questo tipo darsi fuoco ?? ha senso i monaco tibetano che si da fuoco di continuo contro l'invasione cinese, quando tutto il mondo fa affari d'oro con pechino ?? ha senso il kamikaze che si fa saltare in aria ??

    Sei sicuro che gandhi senza una sanguinosa guerra di liberazione e senza un impero inglese prostrato dalla seconda guerra mondiale avrebbe fatto quello che ha fatto ??????

    F.to
    L'Anonimo

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    1. Se c'è un post di L'Anonimo che ha come argomento l' art.18 che è stato censurato dall'Eretico, chiedo all'Eretico di pubblicarlo. A meno che non ci siano le solite offese sulle donne, sia chiaro!

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    2. Carissima Beatrix,
      ma ti pare possibile che abbia censurato un intervento dell'Anonimo sull'articolo 18?
      Se non l'ho pubblicato, è solo per un problema tecnico, o per colpa mia, ma solo dovuta a certi momenti in cui la mail viene invasa dai commenti, e qualcosa può capitare che si perda.
      Se l'Anonimo vuole rimandermelo, glielo pubblico di certo.
      Sulle offese alle donne, valuteremo...

      L'eretico

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    3. Caro Eretico,

      E chi se lo ricorda !! era un OFF TOPIC, in cui avevo solo un passaggio in cui chiedevo scusa perchè ero OFF TOPIC in quanto la questione della riforma dell'art 18 mi aveva messo di traverso impedendomi di commentare con lucidità il tuo 3d.

      Gentile Beatrix ... offese alle donne ??? Quando Dove e Perchè ? Forse lei si confonde con altro Anonimo. D'altra parte la forza di essere Anonimo è proprio questa.

      Saluti a tutti/e
      F.to
      L'Anonimo

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  8. Bastardo Senza Gloria22 agosto 2012 alle ore 09:08

    Come tante volte succede nella storia, il giovane Palach viene oggi riconosciuto anche da coloro che in quel momento appoggiavano indistintamente il governo di Mosca, qualcuno siende anche al vertice dele istituzioni dello stato.
    Volendo, con tutta la cautela e la prudenza del caso, fare delle similitudini in termini puramente di protesta civile, chissà se un domani a qualcuno verrà riconosciuto il fatto di aver protestato contro questa casta che a partire dalla nostra città sta producendo danni incalcolabili. Qualcuno che adesso ancora si ostina a difenderla come faceva qualche suo predecessore allora difendendo l'avanzata dei carriarmati sovietici. Chissà.

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  9. Posso asserire senza timore di smentita che membri del Partitone nelle sacche resistenziali delle periferie ancora difendono l'intervento armato a Praga del '68.
    Alcuni non erano nati, altri portavano i calzoncini corti in quel momento.
    "Stalin ha sconfitto il nazismo" la chiave di volta alla discussione al tema.
    Poi nella pratica del pesticciare quotidiano hanno incorporato la realpolitik (peggiore) democristiana fatto di clientelismo, aiutini, giochini e intrallazzi per gli amici degli amici.

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  10. sì, non sarà facile fare la storia dell'opposizione alla Casta senese, anche perché sui giornali non c'è niente!
    Ci sono movimenti recenti che credono che la storia nasca nel 2004 e dintorni...ma lasciamo queste inezie!
    La piazza di s. Venceslao è strana in discesa? Raf, è quella del Campo?
    Ricorderei piuttosto che va visitato anche il museo che c'è in alto...la Galleria nazionale dove, se ben ricordo, con la pittura fiorentina c'è quella senese (da là è difficile distinguere e ricordare Montaperti!), e c'è una memorabile biccherna (altre, o altra, è a Budapest, sempre al museo 'in alto', oltre il Danubio).

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  11. Beh, certo che anche il Campo non è pianeggiante, ma San Venceslao è discesa con una pendenza molto più accentuata!
    Tutto preso dalle cose di Storia contemporanea (assassinio di Heydrich, Seconda guerra mondiale, Primavera praghese, Havel etc.) ho trascurato il Museo.
    Alla prossima, quindi!

    L'eretico

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  12. Grazie per averlo rammentato, Eretico.
    Per chi ti sta rispondendo i carri armati a Praga sono uno dei primi ricordi di bambino e non sono un bel ricordo.
    Era l'anno dei moti studenteschi, ma di essi conservo solo vaghissimi barlumi di memoria, mentre Ian Palach che si dà fuoco l'ho presente come se l'evento risalisse a ieri mattina.
    Data da lì un anticomunismo che non è pregiudizio o tifo da stadio, ma è avversione per tutte le utopie oppressive; data da lì anche la sana diffidenza verso tutti quelli che mi raccontano che Cristo è morto di freddo e pretendono che io ci creda.
    Quanti erano allora - anche in casa - che dicevano che al di là della cortina (a parte qualche piccolo, necessario, controllo sulla libertà di opinione) c'era un mondo giusto e onesto dove i lavoratori erano molto più felici che nella triste e povera Italia democristiana.
    Mi dicevano: quando sei grande ti ravvedi, ma sono stati loro a doversi ravvedere, anche se qualcuno con tre narici non lo ammetterà mai.

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