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martedì 15 novembre 2011

Crack Università-Eravamo 4 amici al bar:il caso di David Chiti

L'avviso di conclusione delle indagini preliminari sul crack universitario - a firma dei Pm Aldo Natalini e Antonino Nastasi - è alfine giunto. Tosi, Focardi, revisori dei conti e chi più ne ha, ne metta: 18 persone in tutto. Fra gli inquisiti, l'eretico è particolarmente lieto e gratificato che ci sia Enzo Martinelli, ex revisore dei conti. Così finalmente la smetterà di salire sul pulpito, ogni settimana, per pontificare - dalle colonne della Nazione nazionale - sui mali della scuola e dell'università. Già questo sarebbe un successo non da poco...

L'eretico però vuole approfondire un caso certo meno conosciuto, ma politicamente forse il più deflagrante(specie per Franco Ceccuzzi): quello del neo-consigliere comunale David Luciano Chiti (classe 1964), ceccuzziano di strettissima osservanza, nonchè promotore dell'Associazione culturale (più associazione, che culturale) Noi. Entrato in pompa magna in Consiglio comunale nel maggio scorso, anche il Chiti - pur non lavorando all'Università - rientra in pieno nella complessa inchiesta. Va dato merito al blog Fratello illuminato di avere segnalato per primo la storiaccia del barrino di Via Roma, gestito dalla moglie e dalla cognata del Chiti stesso (Paola e Stefania Viviani). Il Chiti - insieme a Luciano Barblan, padre dell'altra socia del bar, Monica: entrambi indagati - secondo l'accusa "attestavano FALSAMENTE nel contratto di cessione della gestione del servizio bar e tavola calda presso l'ex ospedale psichiatrico san Niccolò...che era stata effettuata un'indagine di mercato a seguito della quale la Mamele s.n.c. (società delle gestrici del bar, Ndr) era risultata idonea a garantire il servizio alle condizioni illustrate, mentre NON ERA STATO CONTATTATO ALCUN ALTRO SOGGETTO OPERANTE NEL SETTORE, nè loro stessi avevano mai presentato alcuna domanda per l'affidamento della gestione del suddetto esercizio". Per lo stesso reato, sono indagati l'allora Rettore prof. Silvano Focardi (siamo nel marzo 2008), nonchè il cigiellino Carlo Bruni, Responsabile ufficio economato dell'Ateneo. Come si vede, quando c'è da fare una gara d'appalto o qualcosa che vagamente le assomigli, i castisti senesi tendono pericolosamente a finire nei casini. Ogni riferimento ad Ampugnano è del tutto voluto...
Non è finita: secondo i Pm, la Mamele s.n.c. pagava un affitto molto più basso degli alti punti di ristoro universitari (20mila euro annui); e c'è di più: l'Università si era impegnata "a rimborsare alla Mamele s.n.c. le spese per l'allestimento dei locali, pari ad euro 62.770".

 Se il tanto sbandierato (prima delle elezioni, soprattutto) Codice etico del Pd non fosse la cosa divertente che tutti sappiamo, il Chiti David dovrebbe automaticamente dare le dimissione dal Consiglio comunale, punto e basta. Dovrebbe essere il Sindaco ad imporle, in caso di mancata sensibilità dell'indagato.
Prima che lo cancellino, invito i lettori ad andare a leggerselo, questo Codice etico, per filo e per segno. O forse questo bar chitiano non è facente parte di un PATRIMONIO PUBBLICO come l'Università?
In effetti, l'Ateneo non lo è, patrimonio pubblico: è cosa loro...

Ps Il prossimo 21 novembre ci sarà (!!) l'inaugurazione dell'Anno accademico, in attesa che arrivi a compimento l'altra inchiesta universitaria, quella sulle elezioni dell'attuale Rettore Riccaboni. Se fossi un dipendente dell'Università, quindi a rischio stipendio, io non la farei terminare. Senza violenza fisica, ma con ogni tipo di ostruzionismo possibile ed immaginabile. Sarebbe un bel segnale. Per iniziare, ovviamente...  

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