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martedì 1 novembre 2011

Caltagirone condannato: come nascondere la notizia...

 
 Nessuno aveva particolari dubbi al riguardo, ma fare una rassegna stampa (parziale, ma altamente significativa) della stampa nazionale e locale può essere un utile esercizio per rendersi conto di persona del marchettismo giornalistico imperante.
 Il quotidiano più imbarazzato, ovviamente, è Il Messaggero di Roma, di cui il Calta è dominus: nessun richiamo in prima pagina, bisogna arrivare a pagina 13, munirsi di una lente d'antan tipo Sherlock Holmes, bypassare titoli ed occhiello (lì, di Caltagirone neanche l'ombra), poi, verso il fondo, insieme agli altri, come fosse un immobiliarista burino qualunque, lo si può trovare citato...
Ancora più penosa, però, la situazione della Nazione nazionale (con Il Giorno ed il Resto del carlino, dunque): c'è un certo spazio alla notizia delle condanne per l'affaire Bnl-Unipol dell'estate 2005, ma le foto sono per Consorte (addirittura due, poverino) e per Fazio. Del Calta, nessuna foto, e neanche il nome per esteso (così, visto che i Caltagirone sono una miriade, magari si fa confusione con uno degli altri della sterminata famiglia di imprenditori illuminati). E qui, davvero, si pone il problema più drammatico: perchè la Monti Riffeser - fino a prova contraria, concorrente del Calta a livello editoriale - adotta questa strategia del bassissimo profilo, invece di gioire per la disgrazia del concorrente? Non dovrebbe semmai essere il contrario? Che occulti Il Messaggero è financo comprensibile (benchè triste), ma che lo faccia quella di Bagnaia...ah già, ma dove organizzò il banchettone per la figlia Azzurra ed il generone Pierferdinando, nell'ottobre 2007, il Calta? A Bagnaia, no? Elementare, Watson! Quando si parla di capitalismo relazionale, in Italia ci si azzecca sempre (e non si fa neanche peccato, in questo caso...).

 Quanto alla stampa locale, ovviamente il Calta non lo conosce nessuno: Francesco Gaetano Caltagirone? Chi era costui? Vicepresidente del Monte dei Paschi? Secondo sponsor della Mens sana con Leggo (che a Siena manco arriva)? Principale azionista privato della Banca con quasi il 5% della stessa?
Invece del "dolcetto-scherzetto", ai "giornalisti" senesi si può applicare il "condannina-prosciuttino"? Intendendo per prosciutto (o prosciuttino), quello da mettere davanti agli occhi, ancora una volta... 

2 commenti:

  1. Ma non si vergognano per niente questi squallidi che si fanno chiamare giornalisti? Vedo che il problema non è solo di Siena...

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  2. Fuori Siena cercano di limitare i danni delle notizie, ma le danno, di riffa o di raffa, perchè comunque le notizie non si possono permettere di eliminarle tout court; a Siena, si fa prima: la censura pura è servita. Come dimostrato anche dal caso Caltagirone, che sembra non avere nessun legame con Siena...
    L'eretico

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